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Dott.ssa Antonella Besa

STUDIO DI PSICOLOGIA E SESSUOLOGIA

2021 Studio di Psicologia e Sessuologia dott.ssa Antonella Besa 
 

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COPPIA E SESSO: APPROFONDIMENTI

 

MATRIMONIO A TEMPO

 

Cosa rappresenta meglio la caratteristica dei tempi moderni? La fluidità. Quello che è vero oggi, domani non lo è più, tutto viene costantemente aggiornato e rivisto (il telefono, la storia, i valori), le categorie si mescolano e si dissolvono. Perfino il DSM e le encicliche papali nell’arco di pochi decenni rivedono e mutano i loro enunciati. Le cose durevoli sono ormai fuori moda. Eppure c’è un istituzione sociale che vorrebbe sopravvivere “vita natural durante”, ma si infrange contro lo spirito dei tempi: il matrimonio. Questa discrepanza fra aspettative e realtà provoca una serie di complicanze legali e psicologiche che si concretizzano nei percorsi di separazione, iter che viene vissuto spesso con un esborso di denaro e un senso di rabbia e fallimento. Prendendo atto della situazione attuale (un matrimonio su due finisce in separazione), non sarebbe più sensato istituire il matrimonio a tempo determinato?
 

Incredibile a dirsi, questa istituzione esiste davvero: la troviamo nel contesto islamico sciita e si chiama mut’a ovvero matrimonio temporaneo, ed è regolato dal codice civile iraniano. L’essenza di questa particolare forma matrimoniale è che si tratta di un contratto con una data di scadenza decisa dai coniugi. Storicamente il mut’a era un modo per far sì che un uomo avesse compagnia femminile quando viaggiava per lunghe distanze; ora invece il mut’a porta delle vere novità soprattutto per la donna, perché può godere di diritti che attraverso il matrimonio islamico tradizionale non sono concessi.

Nel nostro contesto culturale, dove i diritti di uomini e donne sono equiparati, a che cosa potrebbe servire un matrimonio a tempo determinato? Come cambierebbe la vita di coppia se i matrimoni fossero 4+4 (tacitamente rinnovabili), come i contratti d’affitto?
 

Secondo quanto mi capita di osservare nel lavoro quotidiano con le coppie, uno degli elementi che al giorno d’oggi fa fallire i matrimoni è la trappola dell’amore romantico: quando ci innamoriamo di qualcuno sentiamo che “siamo speciali”, che siamo due corpi e un’anima, che “No, a noi non succederà mai di divorziare”. “Purtroppo” – dico purtroppo, perché, sì, è bellissimo essere innamorati” – l’innamoramento in realtà sembra un escamotage che ha inventato Madre Natura per garantire la sopravvivenza della specie. Mai come nel periodo dell’innamoramento vorremmo sposarci ed avere un figlio dalla persona di cui ci siamo innamorati per creare un legame visibile e indissolubile, e infatti è anche l’unico periodo in cui siamo “naturalmente” fedeli.
 

In molte storie di coppia, dal momento in cui ci si innamora a quando ci si sposa passano dai tre ai cinque anni, poi si mettono al mondo uno o due figli e dopo una decina d’anni dal matrimonio ci si accorge che portare avanti un rapporto di coppia è difficile, richiede impegno, molte volte sacrificio, e sembra che le soddisfazioni siano poche. I coniugi sentono che le limitazioni alla libertà personale diventano molte, si resta insieme per far crescere i figli, si fa meno sesso (e si trova l’amante) e un po’ alla volta ci si allontana dall’ideale amore romantico o erotico che ognuno aveva in mente. I coniugi dedicano meno tempo ed energie al rapporto di coppia, diventano più bravi ad organizzare il quotidiano che una serata a due, si parla poco, ci si indispettisce facilmente, sembra che l’altro non sia più capace di capire e di soddisfare il partner. Il rapporto di coppia si inaridisce e, se non viene annaffiato con costanza, muore. Nel migliore dei casi si diventa dei buoni amici conviventi, nel peggiore dei casi nemici in guerriglia quotidiana su tutto. Ciò che prende il sopravvento è la noia, la prevedibilità, l’indifferenza e/o il rancore.
 

Il “per sempre” spesso fa da tomba al naturale evolvere della relazione di coppia, perché dal giorno del matrimonio, psicologicamente è come se mettessimo un punto di non ritorno, come se la relazione nella nostra testa avesse raggiunto il suo apice e da quel momento non avesse più bisogno di essere nutrita perché ormai “siamo sposati”.

Immaginiamo per un attimo un mondo parallelo in cui esiste il matrimonio a tempo determinato: le coppie si sposano e firmano un contratto che dura cinque anni. Lo stare assieme, a questo punto non è dato per scontato, ma allo scadere del quinquennio si deve decidere se continuare il matrimonio o meno. Se entrambi o uno dei due non volesse più stare assieme, si andrebbe verso una separazione, anzi un esaurimento del contratto senza dover ricorrere a giudici e avvocati (e con gran risparmio economico); semplicemente ci si lascerebbe, senza il senso di fallimento che permea oggi le separazioni, perché diventerebbe un’alternativa naturale. L’opzione a tempo introdurrebbe nella coscienza delle persone che la prosecuzione del matrimonio dipende da loro: dalla loro capacità di integrazione tra elementi di novità e stabilità, dal loro impegno costante nel tempo e da quanto riescono a mantenere vivo il legame d’amore.
 

Il matrimonio a tempo determinato potrebbe indurre nella vita dei partner l’idea che bisogna aver cura dell’amore, che per fare andare avanti la relazione bisogna impegnarsi in due. Perché, se per sposarsi è necessario essere d’accordo in due, per separarsi basta la volontà di uno.
 
 
Bibliografia
 
Maurizio Andolfi (1999), La crisi della coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale, Cortina Raffaello editore, Milano
Todesco Lorenzo (2009), Matrimoni a tempo determinato, Carocci, Roma
Susan Gadoua, Vicki Larson (2014), The New I Do: Reshaping Marriage for Skeptics, Realists, and Rebels, Seal Press (USA)

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Quale modo più facile per raggiungere le persone e parlare di sessualità senza tabù se non un'intervista radiofonica? Guarda il video 

UOMO E ASTINENZA SESSUALE

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Quanto tempo può resistere un uomo senza eiaculare?

La risposta a questa domanda la dà madre natura, che, come spesso accade, ha già programmato tutto. La situazione più frequente che si può creare è quella per cui di fronte ad un periodo prolungato di astinenza sessuale, un uomo abbia delle polluzioni notturne (ossia fuoriuscita involontaria di sperma durante il sonno) e che il desiderio sessuale vada via via spegnendosi (la famosa pace dei sensi). Ma andiamo a capire meglio di cosa stiamo parlando: l’astinenza sessuale è l’abitudine a rinunciare a tutti gli aspetti che riguardano la vita sessuale. Generalmente lo si fa deliberatamente, per ragioni religiose o filosofiche, ma vi possono essere anche finalità pratiche, come ad esempio voler evitare gravidanze indesiderate, HIV ed altre malattie sessualmente trasmissibili o ragioni psicosociologiche (ad es., depressione, fobia sociale), esperienze passate negative, o per restrizioni imposte dalla legge come avviene nelle carceri e, generalmente, in quelle che vengono definite istituzioni totali (Wikipedia).

L’astinenza non è uguale per tutti. Clicca qui per continuare a leggere l'articolo...

USCIRE DAGLI SCHEMI

Argomento di diffusa discussione in questo periodo è la pansessualità. Per aiutarci a comprendere questo concetto possiamo citare la popstar Miley Cyrus, che in un’intervista ha rilasciato: “Sono molta aperta: sono pansessuale. Ma non sono impegnata. Ho 22 anni. Esco, ma cambio stile ogni due settimane. Figuriamoci le persone con cui sto.

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Da Wikipedia: La pansessualità (dal prefisso greco pan-, “tutto”) è un orientamento sessuale caratterizzato da una potenziale attrazione (estetica, sessuale o romantica) per delle persone indipendentemente dal loro sesso o identità di genere. Questo include una potenziale attrazione per persone che non rientrano nella concezione binaria di maschio/femmina, come ad esempio gli individui che si identificano con entrambi o nessuno dei due sessi. La pansessualità è a volte definita come la capacità di amare una persona indipendentemente dal suo genere. Alcune persone pansessuali sostengono anche che sesso e genere siano insignificanti per loro. 

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LA MIA INTERVISTA PER IL BLOG LINGUAENAUTI SUI GENITORI FREELANCE

Ricordate quando non avevate figli, i vostri orari di lavoro erano più o meno fissi e tutto il tempo che non dedicavate al computer era destinato al partner, agli amici, al relax e a voi stessi in generale? Sì, pensateci bene: quei tempi sono esistiti davvero… finché un nanetto non ha fatto irruzione nella vostra vita fagocitando ogni pensiero, ogni briciolo di energia e ogni ora del giorno. 

 

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ORGASMO E DONNE

Fare sesso è una delle componenti della vita di coppia che influenza in modo importante l’equilibrio ra i partner. Ancora oggi sovente il sesso è tabù dentro la coppia: si fa (o più spesso di quanto si creda, non si fa), ma non se ne parla. La cultura italiana è in molti aspetti ancora molto maschilista e i ruoli sotto le lenzuola sono spesso stereotipati. Questo atteggiamento porta la coppia italiana a non avere una vita sessuale particolarmente soddisfacente e anche di poca qualità. 

Dall’indagine condotta da IFOP (Institut Français d’Opinion Publique) per conto di Cam4 (un portale pornografico online) su donne europee ed orgasmo, emerge che su un campione di donne italiane sessualmente attive negli ultimi dodici mesi, l’80%, ammette di aver avuto delle difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Le difficoltà maggiori sembrano essere correlate alla giovane età (meno di 25 anni), a relazioni sentimentali instabili e all’obesità, tutti fattori che fanno pensare a poca sicurezza in se stesse. Per un uomo il raggiungimento dell’orgasmo è praticamente sistematico, cioè nel 95% dei casi di accoppiamento l’uomo raggiunge l’orgasmo, mentre per le donne avviene solo nel 69% dei casi.

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SESSO VIVO

Alcuni consigli per mantenere viva e accesa la sessualità.

  1. Nel sesso servono impegno, e tempo: nessun risultato si ottiene senza sforzo e dedizione, neanche in amore o a letto. Nessuno è mai diventato un campione senza allenarsi di continuo.  
  2. Nel sesso, qualità e quantità vanno a braccetto: più facciamo sesso, più diventiamo abili, esperti, nel procurarci e dare piacere. Non va fatto se non se ne ha voglia, ma la voglia può venire se si fa
  3. Nonostante tutto, la sessualità deve essere presente nelle nostre vite. Il sesso deveessere fatto, agito, concretizzato. Nonostante questo, non deve essere un’ossessione
  4. Anche la quotidianità – e qualsiasi altra cosa – può essere erotica, se lo sono le nostre intenzioni
  5. Nel sesso, gli ostacoli vanno sfruttati per creare nuove possibilità erotiche, imparando a sfruttare ritmi e tempi diversi tra loro
  6. La passione e il desiderio vanno nutriti tutti i giorni, sia a livello individuale che di coppia
  7. L’eros non passa solo attraverso il corpo, ma soprattutto attraverso la mente, che va stimolata e nutrita con cultura erotica e informazioni corrette
  8. L’ampliamento del piacere passa attraverso il risveglio dei sensi e della fantasia erotica
  9. Il sesso deve bastare a sé stesso: non è un mezzo per ottenere qualcosa d’altro, né per compiacere il partner, ma per provare e offrire piacere, per esprimere i propri sentimenti
  10. Il sesso è uno spazio per la libera espressione, uno spazio per cercare le proprie verità,  un’opportunità di comunicazione edi crescita sia del singolo che della coppia

Infine, bisognerebbe sempre ricordare che ognuno è unico e meraviglioso e che anche e soprattutto nel sesso bisogna essere sé stessi, rispettando la propria personalità, valorizzando gusti e caratteristiche: cercare di rincorrere una presunta normalità, di adeguarsi a degli standard, sforzarsi di provare piacere in alcuni modi o di sperimentare alcune situazioni solo perché “lo fanno tutti”, spinti da una certa invidia o dalla paura di non essere normali, non è solo controproducente, ma limita le possibilità di godere delle gioie del sesso. Perché è gioia che il sesso dovrebbe essere.

COPPIA E INTELLIGENZA FEMMINILE


Alcuni ricercatori americani, Lora E. Park, Ariana F. Younge e Paul W. Eastwick (con la partecipazione di tre famosi atenei americani: a Buffalo la State University di New York, la California Lutheran University  di Thousand Oaks e l’University of Texas di Austin) hanno fatto un vero e proprio esperimento psicologico su un numero campione di 105 uomini per confermare la tesi sulla minaccia percepita dall’uomo se avvicinato a una donna dall’alto quoziente intellettivo. L’articolo con i risultati è apparso a novembre 2015 sul Personality and Social Psychology Bulletin.

Gli uomini che hanno partecipato alla sperimentazione sono stati sottoposti al test di misurazione del quoziente intellettivo, successivamente è stato detto loro che ciascuno avrebbe incontrato una donna che aveva ottenuto per lo stesso test valori più alti. Incredibile ma vero, la donna ha immediatamente perso ai loro occhi qualsiasi attrattiva e gli uomini hanno preso da lei debita distanza.

Dalle conclusioni dello studio è emerso una notevole difficoltà da parte dell’uomo a relazionarsi con una donna ritenuta più intelligente di lui. Dall’altra parte, è risultato più semplice l’approccio con una donna con un quoziente intellettivo più basso. Ecco quindi che le donne intelligenti sono viste come una minaccia per l’uomo e quindi evitate.

Sarà forse perchè litigare con una donna intelligente rischia di diventare una battaglia lunga e inarrestabile? O perchè la competitività che potrebbe scatenarsi metterebbe a rischio la coppia?

E se intelligenza fa rima con migliore ruolo e compenso lavorativo? Forse essere intelligente per una donna comporta il desiderio di uscire dagli stereotipi e emanciparsi socialmente “disturbando” lo schema che lo storico retaggio culturale che l’uomo si porta appresso?


L’intelligenza della donna potrebbe essere vista come un ostacolo alla realizzazione dell’ego maschile, lascia poco tempo alla soddisfazione narcisistica di cui necessita il maschio che preferisce confrontarsi con una partner ingenua, disponibile ad accettare un ruolo di subordinazione intellettuale (e non solo) e soprattutto carica di una spontaneità sensuale in genere mancante nelle donne intelligenti. In più, l’uomo intelligente ricercherebbe con maggior interesse gli stimoli sessuali rispetto a quelli intellettuali e assocerebbe con difficoltà un intelletto sviluppato alla bellezza o sensualità femminile.